Se parliamo di “teste di turco” possiamo riferirci a due dolci diversi della cucina siciliana: la versione di Scicli da una parte e quella di Castelbuono dall’altra. Ecco in cosa differiscono le varianti di questo dolce siciliano.
Le teste di turco di Scicli
A Scicli, le teste di turco sono dei dolci simili a bignè, il cui impasto si cucina con lo strutto invece che con il burro, farciti di crema di ricotta e cioccolato o crema pasticcera.
La storia di questo dolce della cucina siciliana risale al 1901. Si narra infatti che in quell’anno, nella frazione di Scicli chiamata Donnalucata, ebbe luogo una battaglia tra cristiani e saraceni. I cristiani, grazie all’aiuto della Madonna in sella ad un cavallo bianco, riuscirono a trionfare. Il bignè delle teste di turco ricorda quindi il turbante dei Saraceni ed è per questo chiamato anche “dolce dei vinti”.
Questi dolci siciliani venivano originariamente preparati soltanto in occasione della festa della Madonna delle Milizie, ma oggi si possono trovare tutto l’anno.
Le teste di turco di Castelbuono
Per confermare la varietà tipica della cucina siciliana, a Castelbuono le teste di turco sono un dolce completamente diverso. Si tratta infatti di un dolce siciliano al cucchiaio, composto da sfoglie sottili fritte alternate a strati di crema di latte, aromatizzata al limone e cannella.
Il nome deriva dall’idea che gli strati di crema di latte, adagiati sulla sfoglia, ricordano le fontanelle nella testa dei bambini appena nati. Non essendo battezzati, i bambini venivano definiti “turchi” (ovvero non cristiani). Secondo la tradizione, questo dolce siciliano venne cucinato in occasione della vittoria dei Normanni contro gli Arabi, preparato in origine come dolce di Carnevale.