Il Malvasia è un vino che grazie anche alla sua storia, presenta delle caratteristiche ben precise che lo rendono riconoscibile e pregiato.
Si tratta di un vino presente in Italia in ben 18 varianti ufficialmente riconosciute. Nella famiglia del Malvasia convivono svariate tipologie: a bacca bianca e rossa o addirittura anche rosa, tramite le quali viene prodotta una cospicua varietà di vini sia frizzantini sia fermi, che dolci e secchi, bianchi o rossi.
L’origine del vitigno è attribuibile ai Greci, si pensa che quest’ultimo possa essere arrivato in Sicilia tramite gli stessi Greci, proprio come nel caso della variante di Lipari.
Per quanto concerne il nome Malvasia dobbiamo fare riferimento a un antico porto del Peloponnneso, Monemvasia, punto focale per i commerci di Genova e Venezia. Questi scambi erano fondamentali per la diffusione dei celebri vini dolciastri di Creta, realizzati dall’appassitura dei grappoli d’uva. In questo modo i vini arrivavano facilmente a Venezia e poi distribuiti in tutta Italia; in breve tempo, conquistarono perfino i palati dell’aristocrazia italiana.
Successivamente, Venezia riuscì ad appropriarsi della città di Monemvasia, ma sfortunatamente per poco tempo; dopo poco più di 100 anni, infatti, Monemvasia questa venne conquistata dai Turchi e si scrisse la parola fine al commercio dei deliziosi vini. Tuttavia, dalla buona volontà di genovesi e veneziani si riuscì a riportare in Italia alcune barbatelle, facendo sì che il Malvasia si diffondesse nuovamente in tutta la penisola. In seguito si svilupparono tante altre varietà in base anche al clima e al suolo.
Malvasia, abbinamenti e note degustative
Ciò che differenzia il Malvasia da altre tipologie di vino è indubbiamente la componente che riguarda l’invecchiamento; di un paio di anni, a volte anche di tre, questa particolare pratica conferisce al vino delle note degustative piuttosto riconoscibili.
Il procedimento legato alla produzione del Malvasia prevede come primo step la raccolta delle uve che vengono poi pressate e solfitate. Il mosto che ne deriverà inizierà a fermentare a una temperatura piuttosto bassa. L’ultimo passaggio riguarda la svinatura: il vino è pronto per essere conservato a basse temperature e verrà sottoposto a diverse filtrazioni e travasi prima dell’imbottigliatura.
Il Malvasia presenta due varietà principali: quella dolce e quella secca; ciò che differenzia le due varianti sta nell’aggiunta di zuccheri in precise quantità. Adattare la giusta tipologia di Malvasia a un piatto ed effettuare degli abbinamenti è fondamentale se si vuole gustare appieno questo vino.
Accompagnare il Malvasia secco a salumi delicati e dolci come il crudo o la mortadella è la scelta più ovvia, è perfetto come bevanda da aperitivo e ideale quando si consumano formaggi stagionati. Il Malvasia dolce è invece indicato per accompagnare dolci al cucchiaio, frutta o miele; infine il Malvasia Nero è ideale quando si consumano carni sia rosse che bianche.
Le varietà in Sicilia
La varietà di Malvasia coltivata in Sicilia e precisamente nelle isole Eolie è quella del Malvasia di Lipari nella variante DOC che genera tre differenti tipi di vino: il classico liquoroso, il bianco e il passito.
In generale, le tipologie di uve che si individuano nel panorama vitivinicolo sono per lo più tre, delle quali due a bacca bianca e una a bacca nera; la più celebre è certamente la Malvasia di Candia, molto aromatica ed intensa le cui note peculiari sono fruttate, precisamente agrumate e anche floreali.
Degna di nota è inoltre la variante che nasce dalla Malvasia Nera di Brindisi dalla quale si ricava un tipo di rosso violaceo super aromatico e fruttato; in questo caso, sapori ricordano i lamponi e le melagrane, è un vino intenso che presenta un tasso di acidità praticamente ideale.