Il piatto siciliano nato da un imbroglio
Il cacio all’argentiera è un piatto tipico della cucina siciliana. Consiste in caciocavallo cotto in padella con un filo d’olio, aglio, origano e aceto; una volta cotto, questo piatto sprigiona un odore uguale a quello del coniglio alla cacciatora. È un piatto prevalentemente palermitano ma famoso in tutta la Sicilia.
La storia di questo piatto siciliano è molto curiosa.
In passato, gli argentieri risiedevano in quella che oggi si chiama Via Argenteria: i nomi di molte strade palermitane derivano infatti dalle professioni che un tempo vi si svolgevano. Gli argentieri erano generalmente considerati ricchi, in quanto maneggiavano metalli preziosi. Inoltre, possedevano abbastanza carbone da accendere il fuoco tutti i giorni e a quei tempi una quantità tale di carbone era considerata un lusso. In realtà, solo una minima parte del guadagno finiva nelle tasche degli artigiani: i materiali venivano infatti forniti di committenti e la manodopera era molto dura.
La leggenda attorno a questo piatto siciliano narra che, vista la reputazione degli argentieri, la moglie di uno di questi organizzò un imbroglio per “far morire d’invidia” le altre famiglie. Cuocendo del caciocavallo in una padella con semplici ingredienti, la donna creò un piatto che sprigionava lo stesso odore del coniglio alla cacciatora. In questo modo fece credere a tutti di star consumando un pasto prelibato, degno di una famiglia ricca.
Da qui il nome del cacio all’argentiera, che da quel momento entra a far parte della tradizione della cucina siciliana e del folklore dell’isola.