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Grattatella palermitana: la storia di un’antica ricetta

  • Cucina e storia
grattatella

Guai a definirla granita! La grattatella è un’altra cosa. Sebbene sia molto simile alla sua più famosa “sorella”, la grattatella è una ricetta tanto antica quanto unica.

Nella sua antichissima tradizione, infatti, il gelato non era alla portata di tutti: era in uso comune tra i nobili e la borghesia cittadina, ma era economicamente fuori dalla portata dei comuni cittadini. Proprio grazie all’ingegno di questi ultimi nacque la grattatella.

Le origini

L’ingegno del popolo fu quello di prendere un blocco di ghiaccio – che a quei tempi veniva utilizzato da tutte le famiglie per tenere al fresco i cibi – e con un attrezzo in metallo si grattava (da qui il nome grattatella) per sollevare il ghiaccio grattugiato. Il ghiaccio veniva poi versato in un bicchiere e condito con spremute di frutta fresca; in alternativa, si poteva mangiare il ghiaccio tritato accompagnato da pezzettini di frutta fresca di stagione.

La grattatella è nota anche in altre città d’Italia, ma con nomi diversi: grattachecca a Roma, rettata a Napoli, grattamarianna a Bari e scilupetta in Calabria.

Dove gustare la grattatella a Palermo

Oggi la grattatella la si può trovare nei mercati antichi di Palermo, come in quello storico di Ballarò. Ma si trova anche nelle vie principali del centro storico della città, come in via Maqueda, corso Vittorio Emanuele (il Cassaro), la Kalsa, e altri posti ancora, dove alcuni giovani artigiani palermitani hanno ripreso l’antica tradizione della grattatella.

Potete anche provare a farla a casa. Vi servirà una lastra di ghiaccio, un tritaghiaccio manuale, sciroppi di frutta oppure frutta fresca di stagione.

Granita, grattatella e cremolata: le differenze

Vi sarà capitato di sentire parlare di cremolata, oltre che di granita e grattatella. Ma quali sono le differenze tra queste tre ricette? Possiamo dire che appartengono tutte alla stessa famiglia, ma ognuna di loro ha dei tratti distintivi che la rende unica.

Granita

Ideale per la prima colazione o come merenda se accompagnata dall’immancabile brioche col tuppo. La granita è diventata simbolo della Sicilia e affonda le sue radici nella dominazione araba. Si tratta di un composto di acqua, zucchero e frutta che viene ghiacciato lentamente e mescolato di continuo, fino a ottenere una sorta di pasta fredda densa e cremosa. I gusti vanno dai più classici – come quella al limone – ai più disparati.

Cremolata

La cremolata è molto simile alla granita, ma con un quantitativo maggiore di frutta. Si tratta di un composto di acqua, zucchero e circa l’80% di frutta. Questa viene prima frullata grossolanamente e poi ghiacciata, per essere infine grattata e ridotta in piccoli cubetti. Caratteristica fondamentale della cremolata sono i pezzi di frutta ben visibili nel bicchiere, di dimensioni più o meno grandi.

Grattatella o grattachecca

La grattatella palermitana è anche nota nella Capitale con il nome di grattachecca. Il nome deriva dal verbo grattare e dalla parola checca, con cui un tempo, prima dell’avvento dei frigoriferi, si identificava il blocco di ghiaccio usato per refrigerare gli alimenti. 

Sorbetto

In questa carrellata non potevamo non lasciare spazio al sorbetto. Acqua, zucchero e polpa di frutta: questi gli ingredienti che costituiscono la struttura del sorbetto, solitamente contenente almeno il 50% di frutta e al massimo il 25% di zucchero. Si tratta di un dolce a grana fine, che ha bisogno di incorporare molta aria e dunque dalla consistenza ben diversa dalla granita.

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